Beethoven – Al chiaro di luna

Opera 27 n. 2 Quasi una fantasia

Un post dedicato alla sonata Al chiaro di luna (Moonlight) di Ludwig van Beethoven.

Il brano è famosissimo e sono innumerevoli i film e le serie TV che lo hanno utilizzato.

E’ il trionfo del suono pieno ed avvolgente del pianoforte, anche se nella prima edizione dello spartito (Vienna 1802) troviamo: per il Clavicembalo o il Piano-Forte.

E’ dedicato alla Damigella Contessa Giulietta Guicciardi di cui l’autore si è innamorato.

Sempre nella prima edizione troviamo il titolo originale: Sonata quasi una fantasia.

Quasi una fantasia ci dice che Beethoven non segue le regole della sonata classica (che comincia con una forma-sonata seguita da una parte lenta): apre il brano con un Adagio sostenuto con l’indicazione: Si deve suonare tutto questo pezzo delicatissimamente e senza sordino.

Tra le sonate di Beethoven questa è la n. 14 e in questo articolo vediamo la melodia iniziale del primo movimento.

E’ un brano strutturalmente semplice. Su di una linea di basso (generalmente in ottava) sono arpeggiate una serie di terzine che creano un’atmosfera cupa in continuo divenire. Su questo ambiente sonoro appare il lamento della melodia che si integra perfettamente con l’armonia ed è capace di creare un incredibile suggestione.

L’opera 27 n. 2 Sonata quasi una fantasia è conosciuta anche come Sonata del pergolato, ma ancora di più come Al chiaro di luna (definizione del critico musicale Rellstab).

Nella base ci sono la linea del basso con le terzine dell’armonia.

Nello spartito trovate la melodia.

Ho integrato la parte iniziale con alcune note che riprendono la discesa del basso (da eseguire piano). Al solito le note piccole possono essere ignorate. Alla fine della battuta cinque comincia la melodia vera e propria.

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